Un mondo virtuale esperibile con i 5 sensi, proprio come quello reale. Non è forse il sogno di ogni videogiocatore?
Potersi trasferire in questo mondo altro con la propria coscienza, ma con un avatar capace di muoversi e provare le stesse sensazioni di un corpo reale.
La tecnologia odierna non è ancora in grado di rendere tutto questo possibile, nonostante l’imminente arrivo di periferiche come OculusRift e Playstation VR di Sony. Ma tra 10 anni? Chissà! La tecnologia progredisce velocemente.

Sword Art Online è un anime, ambientato nel 2022, quindi neanche troppo in là nel tempo, agli albori di una nuova e rivoluzionaria realtà virtuale. L’autore, Reki Kawahara, ha immaginato l’esistenza di una tecnologia che rende possibile il Full Dive, una modalità totalmente immersiva nel quale il giocatore si trasferisce nel mondo virtuale con la sola coscienza, ma, grazie ai sensori installati nel NerveGear (possiamo immaginarlo come una sorta di successore di OculusRift), può muoversi in questo mondo come se fosse reale. Nella realtà il corpo del giocatore è come se si trovasse nella fase REM del sonno, quindi ci si può immaginare il Full Dive come una sorta di sogno lucido.
Sword Art Online è anche il titolo del primo MMORPG per tecnologia Full Dive (Kawahara utilizza il termine VRMMORPG per descrivere questa categoria di giochi), progettato e sviluppato da Akihiko Kayaba, la stessa persona che ha concepito, progettato e creato il NerveGear. Primo del suo genere, il lancio del gioco è stato preceduto da una fase di beta testing cui hanno partecipato solo 1000 giocatori; per il lancio ufficiale ne sono state distribuite solo 10.000 copie, rapidamente esaurite.

sao-ALO_Group

Kazuto “Kirito” Kirigaya è uno dei 10.000 fortunati che hanno acquistato la versione retail del gioco e anche uno dei 1000 beta tester che lo hanno provato in anteprima. 14 anni, tipico adolescente riservato, timido e schivo, non vede l’ora di tornare nel mondo di SAO, un mondo dove, per sua stessa ammissione, si sente più vivo che in quello reale.
Il sogno si trasforma in un incubo quando, al termine della primissima sessione di gioco, i giocatori scoprono che nel menu è sparito il pulsante di log out. Poco dopo il suono di una campana riecheggia il lontananza, i giocatori vengono radunati contro la loro stessa volontà nella piazza della Città dell’Inizio, dove un sinistro Game Master incappucciato si presenta come lo stesso Akihiko Kayaba e informa i giocatori che l’impossibilità di disconnettersi non è un bug temporaneo, ma una una vera e propria feature di SAO. Le sorprese non sono finite: morendo in SAO, il NerveGear trasmette un potente impulso a microonde al cervello provocando la morte del giocatore. SAO si trasforma così in un gioco di morte in cui l’unico modo per tornare al mondo reale è superare i 100 piani del castello fluttuante di Aincrad e battere il boss finale.
Ma per quale motivo Kayaba avrebbe progettato tutto questo? Per ammissione dello stesso Kayaba, sembra che SAO non abbia altro scopo se non quello di osservare i giocatori lottare per sopravvivere, come cavie in un crudele esperimento.

Kirito non è il solo personaggio su cui la scrittura di Kawahara si concentra. Nel secondo episodio facciamo conoscenza con Asuna, l’eroina della storia e partner di Kirito nella buona e cattiva sorte. A differenza di Kirito, Asuna non è un’appassionata di videogame. Ha indossato il NerveGear ed è entrata in SAO per pura curiosità, restandovi intrappolata il giorno del lancio.
Dotata di una grandissima forza di volontà, ma convinta, almeno all’inizio, che non si possa sopravvivere a SAO, ha lasciato la Città dell’Inizio “per restare se stessa”. Partecipando alla battaglia per sconfiggere il boss del primo livello dimostra tuttavia di avere una certa attitudine per il gioco, di cui Kirito è il primo a intuirne il grande potenziale. Nel corso dell’avventura diventerà una figura importante non solo per il suo ruolo nel gruppo di giocatori della prima linea, che si battono per terminare Aincrad, ma anche per Kirito. Il loro rapporto è infatti una delle colonne portanti della storia.
Il diffuso successo di cui ha goduto Sword Art Online in giro per il mondo è dovuto, almeno in parte, anche al grado di approfondimento psicologico dei personaggi. Non è solo un’anime d’azione con effetti speciali che traduce nel linguaggio dell’animazione situazioni tipiche dei videogiochi di ruolo, ma fa anche sfoggio di una narrazione coinvolgente che mostra con un certo grado di realismo quali potrebbero essere le implicazioni psicologiche del trovarsi intrappolati in un gioco e non poterne uscire. Non c’è GameOver in SAO. Morire nel gioco significa morire nella realtà. Che effetto ha questa consapevolezza sulla mente degli utenti?

sao-hollowfragment-screens2

Il tema è uno dei leitmotiv di Sword Art Online, almeno per quanto riguarda il primo arco narrativo ed è esplorato ampiamente sia nell’anime, sia nelle novelle.
Parlo di arco narrativo perché l’anime ne comprende due (Aincrad e Fairy Dance), che corrispondono alle prime quattro novelle. Di queste, le prime due sono ambientate nel mortale universo virtuale di Sword Art Online, mentre le altre due spostano l’attenzione su un altro gioco online, Alfheim Online.
Nell’incipit del secondo arco narrativo dunque scopriamo subito che Kirito è tornato nel mondo reale. Lo vediamo intento a riadattarsi alla vita di tutti i giorni, benché la permanenza forzata in SAO per due anni lo abbia sfiancato nel corpo e nella mente. I problemi da affrontare sono quelli piccoli e grandi di un liceale di 16 anni rimasto lontano dalla famiglia e dai banchi di scuola, che deve riprendere il filo interrotto dei rapporti familiari e dello studio. Ma Kirito non è veramente tornato da SAO, non del tutto. Perché i n seguito alle vicende che hanno determinato la fine del suo mondo virtuale Asuna non si è risvegliata e con lei altri 300 giocatori, rimasti in stato comatoso.

Una fotografia scattata all’interno di ALO, un altro VRMMORPG che si è affermato nonostante la disfatta di SAO, riaccende la speranza. La foto mostra infatti un PG (Personaggio Giocante) simile in tutto e per tutto ad Asuna, intrappolata in una gabbia su uno dei rami più alti dell’albero Yggdrasil, cui è anche legata la main story quest di ALO. A Kirito non resta che indossare nuovamente il NerveGear e partire alla ricerca di Asuna nel mondo di ALO. Lo spunto serve a Kawahara per abbandonare temporanemente il rapporto tra uomo e meccanica, concentrandosi su una storyline sentimentale destinata tuttavia a rimanere solo una parentesi.

Nella seconda stagione dell’anime di Sword Art Online, che ripercorre gli avvenimenti delle novelle 5-8, le ambientazioni fantasy dei precedenti capitoli lasciano spazio a un mondo futuristico steampunk in cui vengono riproposte le meccaniche di uno shooter anziché di un rpg. Nonostante il balzo tecnologioc garantito dall’AmuSphere, successore del NerveGear munito di una serie di meccanismi di sicurezza per il giocatore, prima fra tutte la rimozione dell’impulso a microonde friggi-cervello, ancora una volta la realtà virtuale diventa scenario di violenti morti i cui effetti trascendono i confini virtuali per approdare nel mondo reale. Una serie di omicidi tecnicamente impossibili su cui Kirito, l’eroe di SAO, è chiamato a investigare. Come per la prima stagione, anche la seconda pone l’accento sullo sviluppo dei personaggi anziché stordire lo spettatore con effetti speciali, ma il vero salto di qualità nelle tematiche si rinviene nel terzo arco narrativo della seconda stagione dell’anime.

sao-officialart-for-hollowfragment

Mother’s Rosario, questo il titolo del terzo arco, introduce infatti una nuova tecnologia Full Dive e apre tutta una serie di nuove problematiche. La tecnologia in questione è il Medicuboid, un’applicazione in campo medico della tecnologia Full Dive. Poiché sfrutta la capacità di intercettare e bloccare gli impulsi cerebrali, il Medicuboid viene utilizzato soprattutto nel trattamento dei pazienti terminali per la soppressione del dolore. Non a caso a questo punto del racconto le vicende si allontanano dalla spettacolarità degli scontri online per concentrarsi su Yuuki Konno, una nuova protagonista , sul fatto che la sua vita stia per spegnersi e sul modo in cui il Full Dive le permetta di vivere appieno i suoi ultimi anni di vita. Qui Kirito si fa da parte e il focus narrativo si sposta su Asuna, principale interlocutrice di Yuuki. Come in precedenza abbiamo visto Kirito tribolare per riadattarsi alla realtà, ora vediamo Asuna lottare per ritrovare il suo posto nella società e risolvere il suo rapporto conflittuale con la madre.

Su queste note si conclude la seconda stagione di SAO. La speranza dei numerosi fan è che venga realizzata anche una terza stagione, ma per il momento nessuna notizia ufficiale in merito è ancora emersa.
La storia ad ogni modo sta proseguendo nelle novelle pubblicate in Giappone. Purtroppo in Occidente al momento sono disponibili solo 5 novelle, per i tipi di Yen Press, mentre in Italia l’etichetta J-Pop ha pubblicato solamente le prime due novelle e i due adattamenti a fumetti di Aincrad e Fairy Dance.



Players è un progetto gratuito.

Se ti piace quello che facciamo, puoi supportarci (o offrirci una birra) comprando musica, giochi, libri e film tramite i link Amazon che trovi negli articoli, senza nessun costo aggiuntivo.

Grazie!
, , ,
Similar Posts
Latest Posts from Players

4 Comments

  1. Personalmente non ho giocato alle novel ma ho visto la serie animata. O per lo meno, la prima stagione. Nonostante in generale, l’abbia sempre trovata un po’ superficiale (ad esempio, poteva tranquillamente approfondire altri temi legati ai mmorpg senza rinunciare a niente di ciò che racconta, anzi guadagnandone) il primo arco narrativo di Aincrad mi è piaciuto e pure molto in alcune parti(anche se penso sia troppo breve). Il secondo arco narrativo, Fairy Dance però l’ho trovato stucchevole, poco caratterizzato a livello di ambientazione e tutto sommato esagerato. Non ho mai visto la seconda stagione, ma adesso che mi ci hai fatto ripensare, quasi quasi…

    1. Ciao. Le novel sono libri, non visual novel. :)
      Sì, sono d’accordo con alcune tue osservazioni. Aincrad avrebbe potuto avere un ritmo narrativo più rilassato e approfondire ulteriormente alcuni aspetti. È quello che l’autore sta facendo nelle novelle di Sword Art Online Progressive; ma l’anime è basato sulle novelle originali, che sono più simili a raccolte di singoli episodi, che a romanzi veri e propri. Da questo punto di vista nell’anime è stato svolto un buon lavoro di collegamento tra gli episodi, con aggiunta di materiale narrativo ad hoc per colmare le lacune delle novelle originali.
      Per me il problema principale di Fairy Dance è l’intrusione del personaggio di Suguha/Leafa che ha l’unico scopo di creare un triangolo amoroso forzato. Forzato perché intanto la sorella minore (in realtà cugina) che s’innamora del fratello maggiore è un cliché terrificante e poi è chiaro che l’autore non ha nessuna intenzione di spezzare la coppia Kirito/Asuna. Inoltre bastava il personaggio di Sugo Nobuyuki a questo scopo.

      A me la seconda stagione è piaciuta abbastanza. Forse più GGO che Mother’s Rosario.

      1. Ops, mea culpa, ho letto novel e ho dato per scontato che fossero Visual Novel…
        Comunque sono d’accordo con te, il problema é il personaggio di Leafa, sia come personaggio che non mi piace, sia per il semplice fatto che esista per l’unico scopo di calcare ancora la mano sul lato sentimentale dell’opera quando non c’era onestamente bisogno

        1. Assolutamente d’accordo!

Comments are closed.